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Racconti-saggio che fanno tesoro della lezione del post-moderno e lo superano adottando il pretesto di una questione "tecnica", la traduzione, per toccare con sublime understatement letterario la questione della vita e della morte, del sapore delle cose e della loro inevitabile inafferrabilità se non tramite un modo diverso di parlarne. Per la sua capacità di alternare il comico e il serio, di documentare con sguardo attento e curioso l'America e l'Italia di oggi, e per la sua gioiosa propensione al volo della fantasia e al ricordo, Nasi intesse un "romanzo" per frammenti che guarda, via Borges, Vonnegut e Celati, alla fertile e arguta libertà che contrassegna l'opera di grandi autori come Cervantes, Ariosto e Sterne. Questi Personal Essays in forma di racconto sono eredi della grande tradizione occidentale, da Montaigne a Lamb a Cecchi. Per piacevolezza, eleganza di stile, discrezione, profondità di riflessione, offrono un modo fresco e intrigante di condurre la sfida della traduzione letteraria, dell'etica della traduzione, e per educare al rispetto e alla cura delle parole e dell'altro.